“Lo Strappo” – Mario Martinelli – 1985
s-tessuto – cm 81 x 113
Nel ’68 e per una trentina d’anni – la pittura diventata elemento futile – dalle case del trevigiano
raccoglievo gli scarti del diffuso lavoro tessile domestico.
Districati e incollati su un piano (pure Tiziano, vecchio, finì col dipingere “con le mani”) i morbidi grovigli di fili s-tessuti costituivano insieme la tela e la pittura. Una pittura di forza straordinaria perché la luce penetra nello spessore della sua materia facendo vibrare i fili coloratissimi, e una tela morbida, calda e dinamica che comunica per empatia col corpo dello spettatore.
Districati e incollati su un piano (pure Tiziano, vecchio, finì col dipingere “con le mani”) i morbidi grovigli di fili s-tessuti costituivano insieme la tela e la pittura. Una pittura di forza straordinaria perché la luce penetra nello spessore della sua materia facendo vibrare i fili coloratissimi, e una tela morbida, calda e dinamica che comunica per empatia col corpo dello spettatore.