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Terra Nostra – il manifesto del progetto

Progetto Terra Nostra

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Le motivazioni per l’intervento artistico sono state definite nel marzo del 2018.
A quel tempo un processo di degrado ambientale era già in atto, i segnali erano chiari, inquinamento e consumo di suolo si andavano aggravando. Adesso la Terra ci ha presentato un conto salato per i nostri egoistici comportamenti. 

Avevamo preparato un documento che portava ad esempio la costruzione della Superstrada Pedemontana Veneta come una delle tante modalità che il “sistema dell’economia di mercato, del consumismo” aveva adottato per aggredire l’ambiente in cui viviamo e per mettere fortemente in discussione il futuro del nostro pianeta. Ma si trattava solamente di un esempio: un’arrogante devastazione che continua ancor oggi qui, nella nostra regione e che al suo interno porta i segni di tutti i comportamenti sbagliati, nel merito e nel metodo e a tutti i livelli, da quello umano a quello economico. 

In due soli anni la crisi ambientale si è ulteriormente accentuata e molte cose sono successe, da Greta Thunberg la ragazzina che ha urlato in faccia ai potenti della Terra che il tempo era scaduto, ai movimenti giovanili scesi in piazza in tutto il mondo, al drammatico momento che stiamo vivendo oggi con la pandemia. 

Il documento di due anni fa conteneva tre preziosi allegati: le parole di “Pepe” Mujica, presidente dell’Uruguay, quelle di don Albino Bizzotto di Beati i Costruttori di Pace e quelle del capo indiano Seattle nel 1854. Parole non solo profetiche, ma vere, drammaticamente attuali e inascoltate. 

Quello che avevamo scritto due anni fa era un appello che i recenti fatti non smentiscono, anzi, ne confermano l’urgenza e l’attualità. 

La Terra non è una “nostra” proprietà esclusiva, è “nostra” perchè ci viviamo e se vogliamo continuare a farlo dobbiamo imparare ad ascoltarla e rispettarla in un costante dialogo tra uomo e natura. 

Avevamo concluso il nostro precedente documento con queste parole “l’unico nostro linguaggio che Madre Terra riesce a capire è il nostro comportamento, non i discorsi, né le prediche”. 

E’ venuto il momento di cambiare questo comportamento. 

Toni Buso e Gianfranco Parpinel 
7 aprile 2020