Progetto Terra Nostra
Lo scempio che si sta compiendo con la costruzione della Superstrada Pedemontana Veneta ci ha messo di fronte al fatto che il sistema, spietatamente, sta modificando i nostri bisogni e ci sta imponendo delle soluzioni. Ha sostituito bisogni primari con altri banali o inutili, come, ma è solo un esempio, la necessità di raggiungere in breve tempo un centro commerciale a 30 chilometri da casa.
Unico fine della società di mercato, senza possibilità di discussione, è il denaro, inteso come fondamento di tutto. Il profitto come necessità. La crescita della ricchezza come finalità dell’esistenza.
Quando le ruspe, per spianare il terreno alla superstrada, sono entrate in azione nel gennaio scorso distruggendo il bosco di una famiglia trevigiana, non hanno solamente abbattuto degli alberi, ma hanno cancellato un mondo:
trent’anni di lenta crescita in un ambiente immerso nella natura. Il ricordo, la memoria di un percorso di vita; l’amore e le intime relazioni in una famiglia in simbiosi con la natura circostante; il senso della convivenza civile: sono entrati con le ruspe per distruggere, senza un’autorizzazione, creando e imponendo regole proprio come uno stato nello stato.
La SPV, la più grande opera pubblica in costruzione in Italia, è solo un segno del sistema dell’economia di mercato, del consumismo che ci sta aggredendo.
Il problema non è solo quest’opera inutile che sostituisce asfalto alla campagna e i 13 miliardi che sottrae agli abitanti della nostra regione per darli ad una finanziaria, ma il sistema che si è creato e che non vuole prevedere alternative.
Un sistema che ha imposto non solo i modi di vivere, ma anche il fine della vita stessa. Ha scritto don Albino Bizzotto, in una ipotetica lettera da Madre Terra agli uomini: “come società avete preferito come fine principale della vostra attività la crescita della ricchezza e non la vita”. La Terra è intesa come “grande miniera per sfruttare le risorse e grande discarica per tutti i rifiuti”.
L’uomo sta andando avanti nell’idea che il denaro sia il fondamento di tutto, che il benessere sia solo quello. Come diceva Josè “Pepe” Mujica: ” Noi non siamo nati solo per svilupparci. Siamo nati per essere felici”. Ma l’ambiente è di tutti, la terra è nostra. Come diceva “Pepe” Mujica nel 2012 al G20 in Brasile: “Quando lottiamo per l’ambiente, dobbiamo ricordare che il primo elemento dell’ambiente si chiama felicità umana!”. E l’ambiente non significa asfalto, pesticidi, cemento, PFAS, gas di scarico, fumi… L’unico nostro linguaggio che Madre Terra riesce a capire è il nostro comportamento, non i discorsi, né le prediche.
Primavera 2018
Gianfranco Parpinel e Toni Buso