“Garza dei semi e delle foglie” – Olimpia Biasi – 2017
Tecnica mista cm 250×70
Dalla notte dei tempi il pelo, le bave, gli steli, passano attraverso le dita femminili e si fanno “opera”.
L’ordito riflette il pensiero femminile che ha guardato le ali delle farfalle, i fiori, e le infinite forme
della natura e ce le restituisce in forma di arazzi o stoffe più semplici.I fili si rincorrono sulla trama,
attraversano, si intrecciano, si allacciano, si diradano. Sostano. Su teli di garza, tessuto primitivo
che evoca telai domestici, ho fatto germinare il mondo degli “incolti” dove brulicano insetti, piccoli animali inconsapevoli, lacerti vegetali ed allusioni agli erbari “colti”, minuziosamente disegnati e dipinti su carta di risulta, stoffe, nastri... Talvolta un animale di grossa taglia si profila perentorio, ma non può nuocere: è lì perché HIldegard von Bingen ne ha scritto. Sottili differenze tra le nature diverse, titola il suo libro di medicina naturale, scritto in un Medioevo remoto ed inquietante. E le differenze sottili tra una pietra ed una libellula sono così infinitesimali, da legare umano,vegetale,animale, minerale, in un unico brivido di VIRIDITÀ. Stefano Mancuso ha dimostrato scientificamente questa viridità, che è vitalità ed intelligenza delle piante e su questa linea invisibile, ma tenace, che unisce visionarietà antica e neurobiologia vegetale contemporanea, si è fondato il mio lavoro per l’orto Botanico di Padova. Sulle garze non c’è profondità ne’ prospettiva, tutto fluttua alla mercé di un caos ordinato ed effimero. I colori sono sommessi e tutto potrebbe essere capovolto senza turbare l’ordine generale.Predominano insetti veri o immaginari che evocano gerarchie e dinamiche allarmanti, filze di filo rosso, lanciato con l’ago a sottolineare, dividere, unire. Il filo che mia madre usa nel suo ricamo di bricoleure raffinata e bizzarra. Il filo di Maria Lai....